Tuesday, April 21, 2020

Nella tela del ragno


Dal libro "Dolci colline di sangue":

Paolo e Antonella, se in quel momento fossero stati osservati da un punto molto in alto proprio sopra di loro, sarebbero apparsi al centro di quella che può essere chiamata la carta topografica del Mostro [..........]

Le distanze tra i luoghi sono misurabili sempre in poche decine di chilometri, spesso meno.

Il viottolo dove era ferma la Seat 147 è tra Scandicci, Montelupo, Mercatale Val di Pesa, San Casciano, Sant'Andrea in Percussina .

Antonella e Paolo erano finiti al centro della tela.....



Friday, April 10, 2020

Inizialmente non esperto nell'uso d'arma da fuoco


La perizia del dottor De Fazio
descrive il mostro di firenze con una "conoscenza quantomeno dilettantistica nell'uso di arma da fuoco."  

L'assassino delle coppiette non sembra essere un militare, un poliziotto, legionario o comunque esperto di armi da fuoco, questo perchè i primi due assalti, 1968 e 1974, colpisce al busto le vittime.

Dopo i problemi nel delitto 1974, si rende conto che con un un'arma di piccolo calibro deve mirare alla testa, cosa che inizerà a fare dal 1981.

I problemi si ripresenteranno nel 1982 (Mainardi ferito riesce a fare retromarcia, evitando che il mostro operi le escissioni sulla Migliorini) e poi ancora nel 1985 (il francese ferito riesce comunque a fuggire verso il bosco).

Qui abbiamo una interessante intervista al perito balistico Marco Corigliano



Monday, April 6, 2020

Finestra temporale: accelerazione!



Se c'è stato un momento di vulnerabilità del mostro, un periodo  in cui poteva essere preso, in cui ha momentaneamente abbassato le difese, secondo me è dal 1981 al 1983.
Dopo il delitto di Mosciano fino al delitto di Giogoli, il killer delle coppiette dimostra un'accelerazione nell'impulso a uccidere, che lo porterà a esporsi maggiormente, 
compiendo errori dettati da maggiore impulso a uccidere in situazioni più rischiose.

Il delitto di Mosciano consegna il mostro alla notorietà. 

Il delitto 1968 venne considerato un delitto d'onore con un colpevole in carcere. 
Il delitto 1974 non venne ricollegato al delitto di Signa. 
Ma nel 1981 viene notata che la pistola è la stessa: inizia il mito pauroso del killer delle coppiette appartate nelle campagne toscane, i giornali parlano del mostro di Firenze.

Questa notorietà sembra aver un effetto euforico sull'assassino.

I primi due delitti forse furono concepiti come eventi singoli, magari destinati a non ripetersi, vedi le due lunghe pause di sei e sette anni.
Il primo delitto dell'81 fa prendere coscienza al mostro della sua missione. 
Si sente imprendibile, investito del suo ruolo di giustiziere della notte.

La prima cosa che notiamo è un'accelerazione dei delitti: tra 1981 e 1981  bis passano solo poco più di quattro mesi. 
Non solo.
Il mostro contraddice la sua regola di uccidere d'estate. 

Se abbiamo dato come premessa che sia una persona che compie scelte razionale per portare a termine la sua azione omicidiaria, dobbiamo supporre che la scelta della stagione estiva gli apporta molti vantaggi: vediamoli.

 * Non è aperta la caccia, quindi meno rischi di avere nei dintorni fucili appostati nel buio.

*Non si appannano i vetri dell'auto. 
Particolare molto utile perchè il mostro deve vedere cosa accade dentro l'auto per decidere quando iniziare a sparare.

*D'inverno piove, quindi lascerebbe le sue impronte sul terreno, e sappiamo che lui non vuole lasciare traccia.

Traccia che infatti verrà lasciata a Calenzano, 1981 bis.




Dopo il delitto 1981 bis, anomalo per la datazione autunnale e condizioni meteo in cui si svolge, 
abbiamo un nuovo delitto a giugno, quindi di nuovo finestra temporale corta, 7 mesi. 
Il mostro ucciderà lungo una strada provinciale abbastanza trafficata.
 Probabilmente uccide già a giugno, per avere tempo di uccidere un'altra volta (o magari altre due) in quell'anno.
Tutto coincide con una maggiore euforia del mdf che molto probabilmente si sente imprendibile.





L'errore di Baccaiano avrà l'effetto di riportare alla calma, alla prudenza il mostro, un effetto di  porre freno a una fase più impulsiva per ritornare a una fase più meditata e organizzata.
E infatti tra giugno 1982 e settembre 1983 abbiamo la finestra temporale più lunga degli anni 80, un anno e tre mesi, che conferma la tesi di una "frenata" psicologica.

Vedremo successivamente  a una maggiore attenzione alla scelta dei luoghi, più coperti, più riparati dal bosco.

Nell'anniversario del delitto di Borgo San Lorenzo, nel 1984, tornerà alla Boschetta di Vicchio per commettere quello che viene definito il suo omicidio perfetto, e per citare una lettera anonima, non commetterà più errori, la polizia si.




Saturday, April 4, 2020

L'utilità di un coltello



Nel delitto 1968 non vi è uso del coltello. Non ci sarà nemmeno 1982 e nel 1983.

Spesso viene dato per scontato che 1982 e 1983 aveva con sè l'arma bianca, ma non la usa. 
Includerei anche il 1968. 
Quindi in ogni delitto, l'assassino ha con sè il coltello.

E' chiaro che nel 1974 è costretto a usarlo, perchè una delle due vittime non erano morta sotto i colpi dell'arma da fuoco. (Stessa cosa si ripeterà nel 1985).

La problematica di voler uccidere due persone ogni volta sempre con una pistola da piccolo calibro. 
Se le coppie non vengono prese di sorpresa, se c'è una reazione, se si muovono, se non le colpisce in punti vitali, se non usa un secondo caricatore, c'è il rischio che i colpi sparati non siano sufficienti a uccidere la coppia.

Il killer delle coppiette non pare uno sprovveduto improvvisatore, piuttosto il contrario: un attento pianificatore.

Cosciente di queste difficoltà, consideriamo che porti l'arma bianca inizialmente per maggior sicurezza: arma da usare in caso la pistola non sia sufficiente.







Non risulta chiaro quanto premeditata sia l'uso del coltello nel 1974. 
L'assassino intendeva ripetere la dinamica di Signa. 
Invece qualcosa va storto, lo sappiamo, c'è un tentativo di reazione della ragazza.

Avrebbe usato la lama se tutto fosse andato liscio, se i due ragazzi fossero morti sul colpo, 
come a Signa? Non sono sicuro.

Cosa avrebbe fatto a Signa se i due amanti si fossero accorti della sua presenza, se avessero reagito, magari scappando nel buio, se i colpi della beretta fossero stati insufficienti?

Sicuramente e non li avrebbe lasciati scappare vivi,  come nel 1985 li avrebbe inseguiti per ucciderli con il coltello, non può aver pensato di uccidere le coppiette ancora vive a mani nude.

Lo sviluppo imprevisto della dinamica del 1974, l'attardarsi per lungo tempo sulla sdc sul corpo della Pettini, le 96 punzecchiature, il tralcio di vite, forniscono alla mente del sk una nuova fantasia, un uso più ampio della lama, inizialmente portata con sè per precauzione, per poi farla diventare attrice di maggior rilievo nel palcoscenico delle sue fantasie perverse.

Come è stato notato da altri autori, il mdf impara dai suoi errori, migliorando sempre più le sue strategie di attacco, ampliando le sue fantasie per poi realizzarle, attuare un copione che ha già in mente senza che nulla sfugga al suo controllo. 
In questo senso, il  giugno 1981 si configura come un miglioramento, un superamento degli imprevisti accaduti nel 1974.

Senza dubbio vuole avere la sensazione di controllo sulla scena, quindi oltre alla paranoia dovremmo associare il disturbo ossessivo compulsivo,  disturbi comuni al mostro di Firenze come alla maggior dei serial killer studiati della storia.



Hanno morto due amanti in macchina


Le prime due vittime del mostro di Firenze, sono una donna sarda sposata e il suo amante siciliano.

Nel corso della sua carriera omicidiaria, il killer delle coppiette ha ucciso: 
una donna sarda, un uomo siciliano, due giovani tedeschi (gay?),  una donna francese separata  e il suo fidanzato, più altre 5 coppie di ragazzi della provincia di Firenze.

Le ragazze italiane vittime del mostro non presentano caratteristiche fisiche somiglianti.

Dobbiamo concludere che al mostro non interessasse le vittime, la loro origine, la loro storia o i tratti fisici, quindi se non interessava a lui, non vedo perchè debba interessare a noi.

Tutte le vittime meritano il nostro rispetto e il nostro ricordo, però sarebbe fuorviante cercare di conoscere il passato delle vittime per ricostruire la vita del loro carnefice.

Continuiamo ad attenerci ai profili psicologici sul mostro, di De Fazio, di Bruno, dell'FBI, quest'ultimo acennato precedentemente qui https://ilmostro-difirenze.blogspot.com/2020/04/scandicci-lepicentro-delle-azioni.html

Questi studi ci spiegano che il killer scegliesse i luoghi, e non le vittime, e che queste potevano essere poi "conosciute" durante i ripetuti sopralluoghi o appostamenti notturni.

Dovremmo considerare quindi il delitto di Signa non-diverso da tutti gli altri.


Thursday, April 2, 2020

Delirio lucido


L'azione omicidiaria del mostro di Firenze è premeditata, non vi è dubbio.

La scelta di luoghi sparsi su un'area vasta come la provincia fiorentina, lo studio delle condizioni migliori per attaccare, le vie di accesso e di fuga, in pratica ogni dettaglio è stato calcolato, vissuto ed agito dentro la mente del killer già molte volte prima di essere poi eseguito.

Una personalità ossessiva, asociale, probabilmente una educazione molto rigida, religiosa, con punizioni violente, poco o assenza di contatto, assenza del padre e un rapporto molto difficile con la madre.

Evidenze portano a considerare il mdf un uomo paranoico, molto organizzato, capace di portare avanti una vita normale, senza particolari problemi, con un pensiero altamente organizzato ma con molta rabbia e desiderio di vendetta provocato da un giudizio distorto, vendetta che si materializza una notte all'anno, mentre durante gli altri giorni potrebbe apparire come  un uomo sano di mente.

La sua caratteristica non è quella tipica del maniaco sessuale, gli intervalli sono troppo lunghi se si trattasse di impulsi sessuali. Quella del mdf è un distorsione del pensiero, in un contesto altrimenti "normale".



Apprendiamo che Per paranoia si intende una psicosi caratterizzata da un delirio cronico, basato su un sistema di convinzioni, principalmente a tema persecutorio, non corrispondenti alla realtà. Questo sistema di convinzioni si manifesta sovente nel contesto di capacità cognitive e razionali altrimenti integre. La paranoia non è un disturbo d'ansia, bensì una psicosi. Si tratta, in sostanza, non di una sensazione di ansia o di paura, ma di disturbi di pensiero (giudizio distorto, sbagliato) di cui il paziente non ha coscienza.
significato corrente più abituale, in uso soprattutto nella letteratura psichiatrica anglosassone, il termine "paranoia" indica una contingenza di disturbo mentale lucido, caratterizzato dalla convinzione delirante del paziente di essere perseguitato (o, più specificatamente, dall'ideazione che qualcuno o qualcosa abbia intenzione di nuocergli). Questa condizione è spesso caratterizzabile come una degenerazione patologica di alcuni tratti caratteriali come la diffidenza, l'inclinazione al pregiudizio o l'insicurezza. Il sistema di credenze di tipo persecutorio viene elaborato dal paziente in modo lucido e sistematico, ovvero non viene in generale a mancare la funzione razionale. In questo senso la paranoia si può descrivere come un caso particolare di disturbo delirante.



 Uno dei sintomi più evidenti della paranoia è la mancanza di modestia e la totale scomparsa del senso di autoironia, sia rispetto a se stesso, sia rispetto agli incarichi o alle funzioni che svolge socialmente. Il paranoico ha infatti una struttura giudicante molto rigida, protegge il suo io con strutture della negazione e della proiezione, dopo che scatta la paranoia l'aggressività propria viene vista regolarmente nell'ambiente esterno. Il paranoico sviluppa quindi un atteggiamento antisociale, attribuendo alla società la paranoia stessa della quale il soggetto è vittima. È tipico il ribaltamento sulla società dei propri stessi atteggiamenti, per i quali il soggetto si sente vittima. Le caratteristiche ritenute cattive appartenenti alla propria persona vengono attribuite, proiettate all'esterno, su altre persone, o sull'intero ambiente, che verrà così percepito come costantemente ostile e pericoloso per la sopravvivenza dell'individuo. Il desiderio di vendetta che innesca questa lucida autoconvinzione è spesso causa di condotte socialmente pericolose. Molti serial killer sono stati identificati come paranoici. La loro volontà di vendetta era in realtà la voce incorporea della loro stessa paranoia, di cui molti si sono definiti vittime. Raramente i paranoici si considerano malati ed in genere si sottopongono a terapia solamente se fermamente invitati.

Dal punto di vista del pensiero, c'è desiderio di punire le coppie in intimità, di separare la coppia, allontanare la femmina dal maschio, punirla ulteriormente, e asportare parti di lei che forse non riesce a "possedere" in altro modo.  La mancanza di violenze sessuali, farebbe pensare a un mostro impotente, iposessuato.









4 Novembre 1966: la pistola del mostro.


Ecco come si presentava la zona vicino a Signa il 4 novembre 1966.
Il mostro ucciderà per la prima volta qui, un anno e mezzo dopo che verrà scattata questa foto.
Con una pistola che nessuno riuscirà mai a trovare.

Come dicevamo nel post precedente, la storia del mostro di Firenze è anche la storia di Firenze.


 alcuni comuni periferici come Campi BisenzioSesto FiorentinoLastra a Signa e Signa (dove strariparono i fiumi Bisenzio ed Ombrone Pistoiese e praticamente tutti i torrenti e fossi minori)

Precipita la situazione nella provincia. A San Piero a Ponti il Bisenzio rompe l'argine e le sue acque si riversano su San Mauro a Signa, dove gli abitanti si mettono in salvo grazie alla prontezza del priore Don Armido Pollai che ha fatto suonare le campane a stormo per dare l'allarme, e poi sulla parte sud del comune di Campi BisenzioMontelupo Fiorentino è sommersa dalle acque del fiume Pesa, che non riescono a confluire in Arno

30: l'Ombrone Pistoiese rompe gli argini a Castelletti (comune di Signa) e le sue acque si uniscono a quelle del Bisenzio sommergendo LecoreSant'Angelo a LecoreLe MiccineSan Giorgio a Colonica e una parte del comune di Prato (CastelnuovoTavola). Anche gli abitanti di questa zona, come quelli di San Piero a Ponti abituati alle piccole inondazioni del fiume, non si rendono conto del pericolo, limitandosi a mettere gli oggetti su mensole o rialzi e nessuno pensa di mettere in salvo i vitelli e le mucche nelle stalle. A Sant'Angelo a Lecore si raggiungeranno i 4,20 metri di acqua ed il ricco patrimonio zootecnico sarà pressoché distrutto


 I livelli raggiunti dalle acque furono i seguenti.

Un'importante conseguenza socio-economica dell'alluvione fu il definitivo colpo di grazia alle attività agricole e dell'allevamento nella Piana, già in crisi per il trend economico generale: molti contadini ed allevatori della zona, avendo perso tutto il materiale e le mandrie sotto le acque, decisero di non riavviare le proprie attività e di impiegarsi nell'industria o di aprire piccole attività artigianali o commerciali. Questo notevole cambiamento occupazionale fu poi alla base del successivo sviluppo manifatturiero, artigianale e commerciale della zona, che vide trasformare CalenzanoCampi BisenzioSesto FiorentinoSigna ed altri comuni da territori a vocazione agricola a zone industriali.

Sappiamo che il mostro di Firenze userà sempre la stessa pistola, per 17 anni, una beretta calibro 22.
Questo fatto ci induce a credere che fosse sicuro che questa arma non potesse essere riconducibile a lui, tramite nessun registro, nessuna documentazione, e nessuna persona.

E' molto probabile che il mostro di firenze sia entrato in possesso, tramite furto o ritrovamento, proprio durante quei giorni dopo l'alluvione, durante i quali la piena dei fiumi distrusse i registri,

 e molti oggetti (armi comprese) passarono di mano.

Da Vicchio a Scandicci


La storia del mostro di Firenze si interseca, quasi si sovrappone, con la Storia di Firenze.

Il Mugello è da sempre terra di migrazioni interne alla provincia fiorentina, specie dopo il terremoto del 1919, e soprattutto nei primi anni 60, quando Scandicci triplicò il numero dei suoi abitanti in meno di dieci anni.

Dal sito wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Scandicci

Negli anni successivi la cittadina viene ampliata territorialmente per andare ad inglobare le comunità di Cintoia, Marignolle e parte di Soffiano ma rimane un paesino fino agli anni sessanta quando una vera e propria ondata di immigrazione (soprattutto da Firenze, dalle campagne della provincia e da altre zone della Toscana), in poco meno di 10 anni, triplica la popolazione comunale.
Risultato storico della fusione delle varie frazioni, il centro urbano si presenta oggi come un unico agglomerato chiuso in un quadrilatero con a nord e ad est Firenze, ad ovest il tracciato della Autostrada del Sole A1 e a sud la collina di Scandicci Alto. Il centro di Scandicci, nei prossimi anni, sarà ridisegnato in base ad un nuovo disegno urbanistico, ripensato in relazione a due opere pubbliche di grande rilievo, la linea T1 della tranvia di Firenze e la terza corsia autostradale; tali opere infrastrutturali modificheranno l'aspetto della cittadina e ne ridetermineranno il rapporto con la vicina Firenze.

L'evoluzione demografica della città di Scandicci. Negli anni 60, il decennio in cui entra in azione il mostro di Firenze, Scandicci triplica i suoi abitanti per effetto di migrazioni interne alla provincia.

Vicchio, dal sito wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Vicchio
è teatro di due omici del mostro di Firenze, essendo l'omicidio di Rabatta (1974) nel comune di Borgo San Lorenzo solo per pochi metri oltre il confine con Vicchio.

Da qui possiamo supporre l'origine del mostro di Firenze, che preferisce compiere molti chilometri in auto pur di alternare gli omicidi intorno a Scandicci con tre"ritorni" alla sua terra d'origine (due omicidi, più la lettera inviata alla Della Monica)

Scandicci, l'epicentro delle azioni




Dati della città di Scandicci presi dal sito wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Scandicci



FrazioniBadia a Settimo, Capannuccia, Casellina, Giogoli, Granatieri, Grioli, Le Bagnese, Olmo, Mosciano, Pieve a Settimo, Rinaldi, San Colombano, San Giusto a Signano, San Martino alla Palma, San Michele a Torri, San Vincenzo a Torri, Santa Maria a Marciola, Scandicci Alto, Vingone, Viottolone.

Due omici dell'assassino delle coppiette sono stati compiuti in frazioni all'interno del comune di Scandicci: 
Giogoli (1983) e Mosciano (1981).

Altri tre delitti sono avvenuti in comuni che confinano con Scandicci:  Signa (1968), Montespertoli (1982), San Casciano Val di Pesa (1985).




Dal profilo FBI del 30 giugno 1989, e dal buonsenso, possiamo con ragionevole certezza affermare che:

"E' probabile che l'aggressore conosca bene le aree in cui questi crimini sono stati commessi . L'aggressore conosce abbastanza bene queste zone [••••] Si ritiene che l'aggressore abbia acquisito una sempre maggiore familiarità con i luoghi in cui sarebbero avvenute le aggressioni dopo averli sorvegliati e quindi selezionati. 

Le ricerche del FBI hanno dimostrato che gli aggressori di questo tipo tendono ad assalire nelle aree dove si sentono più a loro agio e a "basso rischio" come vicino al proprio posto di lavoro o di residenza. Via, via che l'aggressore acquista sicurezza con ogni  aggressione successiva, egli può andare oltre la sua area geografica abituale, nelle aree a lui meno familiari. Si considera che i primi o pochi assalti iniziali siano stati eseguiti nei luoghi più vicini al suo posto di lavoro o di residenza.

L'analisi computerizzata che fu preparata per questa serie di otto aggressioni, costituisce un allegato a questo rapporto. Il punto focale di quest'analisi ha indicato un'area ben circoscritta, come evidenziato nell'allegato A nella parte nord-ovest della città di Firenze. Il risultato di quest'analisi tenderebbe a suggerire che quest'aggressore è più familiare con l'area del punto focale o con le sue immediate adiacenze. Tale familiarità quasi sicuramente deriverà dalla residenza, lavoro, o frequenti visite nell'area per ragioni legittime."

Dobbiamo quindi ragionevolmente considerare Scandicci una zona di comfort per l'azione del killer delle coppiette, perchè vicina alla sua residenza e/o al suo lavoro.

(8) Scopeti. Riepilogo e conclusioni.

 L'ultimo delitto del mostro di Firenze conferma quanto abbiamo detto nei post precedenti. Così come a Vicchio, il mostro colpisce vicin...