Sunday, August 23, 2020

Tra Vicchio e Borgo San Lorenzo

Qui abbiamo il bar "Le Spiagge" nei pressi della stazione di Vicchio, dove lavorava Pia Rontini.
Qualcuno ha ipotizzato che il mostro era un frequentatore del bar, e accorgendosi che Pia era uscita prima quella sera, è andato alla Boschetta precedendo l'arrivo dei ragazzi.









Il centro tra il luogo del delitto di Rabatta e il luogo del delitto alla Boschetta cade più o meno lungo il fiume Sieve, a metà strada tra Borgo San Lorenzo e Vicchio. Considerando che il mostro spedirà la lettera da San Piero a Sieve, questa zona diventa un nuovo "centro" nell'area di azione del mostro, paragonabile a Cerbaia, centro dell'area dei delitti avvenuti nel Comune di Scandicci e comuni confinanti.


 



Un centro dei luoghi porta al ponte di Cimabue, sul torrente Ensa. Un luogo emblematico perchè racchiude tutti gli elementi dei luoghi in cui uccide il mostro di Firenze.





Da notare che proprio lungo il torrente Ensa, presso località Madonna dei tre fiumi, fu ritrovata una Beretta calibro 22 che fece scattare di nuovo l'allarme mostro.




Abbiamo un corso d'acqua, delle stradine sterrate adatte al parcheggio delle coppiette, mancanza di illuminazione, buio e silenzio completo, luogo adatto per voyeurs e cacciatori di frodo, mentre di giorno zona rurale adatte per passeggiate nella compagna.





Questi "non-luoghi" come sono stati definiti, sono i luoghi preferiti dal mostro, luoghi anonimi, senza particolari punti panoramici o di interesse.












Intorno al ponte di Cimabue, solo qualche casa di campagna.
Non è difficile immaginare che questo luogo, o nel vicinato, sia stato un luogo dell'infanzia del mostro.






Siamo esattamente tra Vicchio e Borgo.
Vediamo alcuni animali. E' stato accertato che il mostro aveva praticità manuale per taglio con lama affilata di carne animale.





Corsi d'acqua, muoversi benissimo di notte al buio, una grande pazienza, abilità con l'arma da taglio, tutti elementi comuni ai contadini del luogo. 





Osserviamo dei cavalli al pascolo nei pressi di via Vespignano.
Qualcuno ipotizzò che il mostro si spostava a cavallo. Sembra una ipotesi improbabile.





Siamo molto vicini a Pesciola, frazione dove viveva Stefania Pettini, vittima femminile del 1974.




Un cartello in legno indica la frazione di Pesciola.






Un maneggio di cavalli vicino alla frazione Caselle, dove abitava la madre del legionario indagato per i delitti.





La Frazione di Caselle.









Sono zone rurali, prive di particolari interessi.
Il mostro doveva avere una buona ragione per compiere 60 km da Scandicci, veniva qui perchè li conosceva e si sentiva sicuro nell'attaccare coppiette in questa zona.





Siamo molto vicino al luogo dell'omicidio di Rabatta.
Molto facile immaginarsi il mostro che abitava dentro un casolare isolato, che non amava la compagnia, molto rancoroso e invidioso delle coppiette in auto parcheggiate vicino casa sua, con l'hobby della caccia che lo teneva impegnato nei fine settimana invernali.






Siamo vicinissimi al luogo del delitto.
Cartelli di divieto di caccia anche qui ovunque, come in ogni altra zona in cui colpisce il mostro.
Un bottone di cuio strappato fu rinvenuto nella scena del delitto 1974 qui a Rabatta. 








Un box per gli attrezzi.

Luoghi perfetti per conservare torce, coltelli, armi e proiettili, attrezzi usati dal mostro di Firenze.







Come per le colline di Scandicci, anche qui qualche taverna per gli avventori del luogo, ecco qui un luogo frequentato da Giancarlo Lotti, condannato per i delitti del mdf.



 



Wednesday, August 12, 2020

(7) Vicchio

 Il mostro di Firenze uccide 8 coppie in 17 anni nella provincia di Firenze che ha un'estensione di 3514 km quadrati.

La distanza fra il secondo e il settimo delitto è di soli 7 chilometri.



La località Boschetta di Vicchio segue di pochi chilometri quella di Rabatta lungo la strada provinciale 41 Sagginalese.

 Siamo nel Mugello quindi dalla parte opposta di Firenze ovest, dall'area di Scandicci. 

Due delitti ravvicinati ma distanti dagli altri cinque compiuti nel comune di Scandicci e comuni limitrofi, formano un nuovo gruppo, un ammasso, un "cluster".

Ci indicano questa zona come luogo di comfort zone per il mostro.

Il mostro ha un legame forte con questa zona, tanto da spingerlo a tornare qui invece di colpire in una zona nuova della provincia.



Dopo lo spavento di  Baccaiano il mostro ha preso alcune precauzioni: dopo il 1982 nessuna vittima siede vicina al volante dell'auto, il killer non ucciderà in zone "nuove" della provincia fiorentina ma preferirà uccidere a pochi km da uno dei delitti precedenti.





La Boschetta di Vicchio confina con Badia a Bovino, località dove Pacciani ha vissuto e lavorato per molti anni.




La zona del Mugello è collinare, ricca di boschi, zone di caccia e pesca, un paesaggio simile a quello delle colline intorno a Scandicci.

Zone di campagna assolutamente priva di illuminazione stradale.

Come nelle zone intorno a Cerbaia, tra Scandicci e San Casciano, queste zone durante le notti senza luna rimangono ancora oggi nella più totale oscurità, situazione prediletta dal mostro.

L'oscurità è una situazione a cui doveva essere sicuramente abituato.

Il pentito Lotti affermò che la pistola fu nascosta in un casolare nei pressi del podere Schignano.




Per la felicità dei "Paccianisti" va detto che il mostro negli ultimi due delitti colpisce vicino a zone che calzano a pennello con il profilo geografico del contadino di Mercatale.





La zona intorno a Vicchio è di ambiente contadino e non è difficile imbattersi in antichi casolari isolati, tane ideali perfette per conservare una vecchia beretta, coltelli affilati e reperti umani.





La vita da queste parti non è mai stata facile, cavare il sostentamento delle famiglie dalla terra con il lavoro nei campi.  

A causa di queste condizioni molti mugellani si trasferirono durante gli anni 60 nella zona di Scandicci.



Una persona passeggia in località Badia a Bovino, proprio dietro la Boschetta.

Se il mostro di Firenze è arrivato da qui, dovrebbe aver percorso di sera lo stesso sentiero della persona nella foto.



Un'altra teoria prevede il mostro arrivare dal Forteto, comunità e cooperativa agricola che fu al centro di una inchiesta per abusi.




Dal Forteto parte una strada sterrata che porta al fiume Sieve.



Possiamo intravedere il fiume Sieve e l'inizio del sentiero che, dopo aver incrociato la Sagginalese, porta alla piazzola dell'omicidio.


Come al solito, il delitto avviene non distante da un corso d'acqua.





La zona dopo Badia a Bovino è Pimaggiore.




Immaginiamo auto infrattate nella vegetazione la sera degli anni 70 e 80.

In un'epoca ancora sessualmente repressa, questi incontri rappresentavano una tentazione voyeuristica.




Anche qui abbiamo casolari immersi nel buio della campagna.



Dalle strade principali, partono sempre stradine secondarie, ottime zone di parcheggio di auto notturne.



Altri casolari semiabbandonati.

Qualcuno ha avanzato l'ipotesi che alla morte del mostro di Firenze, la famiglia ha trovato la pistola e i reperti anatomici ma ha buttato via tutto facendo così sparire le prove di una passato terribile da rivelare.



Arriviamo finalmente sulla via Sagginalese.




Saturday, August 1, 2020

Da Scandicci a Signa, perchè? - parte 3


 
I giornali dell'epoca dopo il delitto di Baccaiano notano che il mostro ha una ottima mira, centrando i fanali dell'auto del Mainardi che stava fuggendo a retromarcia dalla piazzola del delitto.

La Beretta calibro 22 è un'arma usata nei poligoni di tiro a segno e la pistola del mostro indica una usura che proviene da un prolungato utilizzo.

Scendendo dalle colline di Mosciano in direzione Signa, troviamo il Poligono di Tiro a Segno Nazionale di Signa.





Il poligono si trova esattamente a metà strada tra il primo e il terzo delitto.
Le perizie indicano un tiratore che migliora l'uso dell'arma da fuoco grazie alla pratica.





Molte ricerche vennero effettuate per trovare l'arma dei delitti, ma nessuna diede esito positivo.
Da notare che vicino alla piazzola di Baccaiano c'era un altro poligono di tiro a segno.










Una caratteristica che della zona di Signa è la presenza di laghi, paludi, zona molto umida.
















Per arrivare a Signa dobbiamo attraversare il ponte nuovo sull'Arno.







Nel 1974 il mostro ha dovuto attraversare il fiume Sieve lungo via Ponte d'Annibale per raggiungere Rabatta. Scenari simili.






Lungo l'Arno c'è adesso il parco fluviale.




C'è una pista ciclabile che porta al Parco delle Cascine, luogo di voyeurismo perchè vi si appartavano molte coppiette.




La notte del delitto la coppia andò con il bambino al cinema Michelacci.





Il cinema è nella piazzetta. Davanti c'è un bar. Il mostro conosceva la Locci?
 Vede entrare la coppia nel cinema mentre era seduto li davanti?
Oppure li ha visti quando sono usciti e li ha seguiti?





Nella piazza c'è la Chiesa di Giovanni Battista ove è contenuta l'urna di Giovanna da Signa.






La tradizione religiosa era molto radicata, basti vedere i nomi delle frazioni intorno al luogo dell'omicidio: zona del crocifisso, sant'Angelo, la Madonnina.

A Barbara Locci (e successivamente a Pia Rontini) venne strappata una catenina che conteneva simboli religiosi. Alcuni autori intravedono una componente punitiva religiosa nei delitti delle coppiette.





Seguiamo la coppia e arriviamo a Villa Castelletti. Sede di un orfanotrofio durante il 1968.
Proprio davanti a questa villa, furono uccisi Barbara Locci e Antonio Lo Bianco, lasciando Natalino Mele orfano di madre.
Nella foto, la visuale dall'altra direzione indietro verso le colline di Roveta, in cui la stessa pistola ucciderà di nuovo 13 anni dopo.





Queste zone sono parte di un progetto del Comune di Signa che tende a preservare il suo patrimonio naturale.

Pubblico alcuni stralci per capire quanto la zona fosse conosciuta e frequentata come zona di pesca e di caccia.







La zona dell'omicidio del 1968 è nel bel mezzo di questa zona paludosa di campagna ricca di torrenti e specchi d'acqua. 

Sono zone meta dei pescatori e dei cacciatori, situazione che si ripresenterà praticamente in ogni altro delitto.

Cacciatori, pescatori, contadini, voyeur e coppiette in auto. 
Non ci sono molte altre attività grazie alle quali un individuo sia familiare di tutti questi luoghi.

E' molto plausibile ipotizzare che il mostro faccia parte di una o più delle prime quattro "categorie".

Due mondi.

Uno arcaico, religioso, violento, ignorante ma molto pratico, di generazioni che hanno conosciuto il sudore del lavoro nei campi e la Guerra.

Il secondo, le giovani coppiette, fanno parte di un mondo moderno, post 68, con musica, costumi, discoteche, libertà e sogni nuovi, sconosciute alla generazioni precedenti.

Questo mondo nuovo, la notte, si spinge nel cuore del mondo antico, sotto gli olivi, vicino alle vigne, ai campi di contadini e cacciatori, che li osservano fare l'amore.







Poco dopo il punto dell'omicidio c'è il lago la Bozza.











Natalino per arrivare alla casa del De Felice attraversa un sentiero che sarebbe l'odierna via Ponte alle Palle e via dei Sodi, in blu nel disegno.





Via Ponte alle Palle ha una visuale sulla scena del delitto lungo il torrente Vingone.





C'è qualcosa lì nel mezzo dei canneti.
Secondo alcune teorie la pistola fu buttata quella notte dell'agosto 1968 in un cannetto simile non molto distante da questo e fu raccolta da un guardone che poi diventò il mostro di Firenze.





La stradina sterrata da cui arrivò Natalino.

 




La casa del De Felice a cui Natalino suonò il campanello per chiedere aiuto, dopo un lungo tragitto al buio.






Non lontano dalla casa del De Felice, la Chiesa di Sant'Angelo a Lecore, qui nel 1955 si gridò al miracolo quando una madonna presente nella chiesa apparentemente iniziò a "piangere".




Il 4 Novembre 1966 ( data della storica Alluvione di Firenze)  il fiume Ombrone Pistoiese ruppe gli argini proprio qui nei pressi di Lecore.  Le sue acque sommersero la frazione per più di 4 metri.

Qui sotto una foto del fiume Bisenzio.






Ruppe gli argini in località San Mauro nel novembre 1966, a circa 3 km dal luogo del delitto dell'agosto 1968. Molti registri delle armi precedenti al 1966 sono andati distrutti e non fu possibile compiere ulteriori accertamenti sull'arma del mostro di Firenze.




(8) Scopeti. Riepilogo e conclusioni.

 L'ultimo delitto del mostro di Firenze conferma quanto abbiamo detto nei post precedenti. Così come a Vicchio, il mostro colpisce vicin...