Ecco come si presentava la zona vicino a Signa il 4 novembre 1966.
Il mostro ucciderà per la prima volta qui, un anno e mezzo dopo che verrà scattata questa foto.
Con una pistola che nessuno riuscirà mai a trovare.
Come dicevamo nel post precedente, la storia del mostro di Firenze è anche la storia di Firenze.
Dal sito Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Alluvione_di_Firenze_del_4_novembre_1966
alcuni comuni periferici come Campi Bisenzio, Sesto Fiorentino, Lastra a Signa e Signa (dove strariparono i fiumi Bisenzio ed Ombrone Pistoiese e praticamente tutti i torrenti e fossi minori)
- 01:00: l'Arno straripa in località La Lisca, nel comune di Lastra a Signa
Precipita la situazione nella provincia. A San Piero a Ponti il Bisenzio rompe l'argine e le sue acque si riversano su San Mauro a Signa, dove gli abitanti si mettono in salvo grazie alla prontezza del priore Don Armido Pollai che ha fatto suonare le campane a stormo per dare l'allarme, e poi sulla parte sud del comune di Campi Bisenzio. Montelupo Fiorentino è sommersa dalle acque del fiume Pesa, che non riescono a confluire in Arno
30: l'Ombrone Pistoiese rompe gli argini a Castelletti (comune di Signa) e le sue acque si uniscono a quelle del Bisenzio sommergendo Lecore, Sant'Angelo a Lecore, Le Miccine, San Giorgio a Colonica e una parte del comune di Prato (Castelnuovo, Tavola). Anche gli abitanti di questa zona, come quelli di San Piero a Ponti abituati alle piccole inondazioni del fiume, non si rendono conto del pericolo, limitandosi a mettere gli oggetti su mensole o rialzi e nessuno pensa di mettere in salvo i vitelli e le mucche nelle stalle. A Sant'Angelo a Lecore si raggiungeranno i 4,20 metri di acqua ed il ricco patrimonio zootecnico sarà pressoché distrutto
I livelli raggiunti dalle acque furono i seguenti.
- Comune di Campi Bisenzio
- San Donnino: metri 5,30;
- Sant'Angelo a Lecore: metri 4,20;
Un'importante conseguenza socio-economica dell'alluvione fu il definitivo colpo di grazia alle attività agricole e dell'allevamento nella Piana, già in crisi per il trend economico generale: molti contadini ed allevatori della zona, avendo perso tutto il materiale e le mandrie sotto le acque, decisero di non riavviare le proprie attività e di impiegarsi nell'industria o di aprire piccole attività artigianali o commerciali. Questo notevole cambiamento occupazionale fu poi alla base del successivo sviluppo manifatturiero, artigianale e commerciale della zona, che vide trasformare Calenzano, Campi Bisenzio, Sesto Fiorentino, Signa ed altri comuni da territori a vocazione agricola a zone industriali.
Sappiamo che il mostro di Firenze userà sempre la stessa pistola, per 17 anni, una beretta calibro 22.
Questo fatto ci induce a credere che fosse sicuro che questa arma non potesse essere riconducibile a lui, tramite nessun registro, nessuna documentazione, e nessuna persona.
E' molto probabile che il mostro di firenze sia entrato in possesso, tramite furto o ritrovamento, proprio durante quei giorni dopo l'alluvione, durante i quali la piena dei fiumi distrusse i registri,
e molti oggetti (armi comprese) passarono di mano.
Sappiamo che il mostro di Firenze userà sempre la stessa pistola, per 17 anni, una beretta calibro 22.
Questo fatto ci induce a credere che fosse sicuro che questa arma non potesse essere riconducibile a lui, tramite nessun registro, nessuna documentazione, e nessuna persona.
E' molto probabile che il mostro di firenze sia entrato in possesso, tramite furto o ritrovamento, proprio durante quei giorni dopo l'alluvione, durante i quali la piena dei fiumi distrusse i registri,
e molti oggetti (armi comprese) passarono di mano.
pare più che sensato pensare che l'arma cal.22 del mdf fosse un'arma di cui venne in possesso non tramite regolare acquisto. Non è provato, ma è indubbiamente sensatamente logico supporre quel presupposto.
ReplyDeleteMa quello che conta è comunque altro, ossia il perchè l'ultimo che ebbe l'arma in mano a fine delitto non fece quello che avrebbe dovuto fare.
Vi hanno sempre raccontato che le domande da porsi sono "l'arma passò di mano?" o "l'arma non passò di mano?".
Purtroppo non sono queste le domande da porsi, o meglio non lo sono nell''ordine logico corretto di analisi da porsi.
Vi è infatti una terza possibilità ( tra l'altro molto più attinente alla situazione ed ai personaggi legati al delitto di Signa), ed è una 'terza via' che non nasce a tavolino ma dalle esclusioni consequenziali delle altre opzioni qundo le domande, oltre a formulare quelle corrette, le si formulano ne loro ordine gerarchico giusto.
Così ponendosele, ci si accorge che non ha importanza sapere (ipotizzare) il luogo d'origine dell'arma e che pure ipotizzare chi la portò sulla scena del delitto è poco significativo se vogliamo individuare il mostro di Firenze.
Ciò che conta è arrivare a capire (per esclusione logica delle possibilità tramite ordinate domande/risposte) perchè a post delitto chi rimase con l'arma in mano no fece quello che doveva essere fatto: liberarsi dell'arma.
Ne "La pista Sarda 2.0", ai tempi in cui la scrissi, trovate una lunga disamina caso per caso sull'argomento, che per motivi di spazio dei commenti non posso stare a riportarvi qui. E leggendola nel dettaglio, capirete che chi non se ne liberò: non lo fece ingannando i suoi complici per garantirsi nei loro (inaffidabili) confronti. Non la conservò perchè all'epoca avesse intenzione di sparare ad alte coppiette, a loro non disse di non averla distrutta (e solo nel 1982 che qualcuno tra i sodali comincerà ad avere dei sospetti).
La teoria su Salvatore Vinci è degna di attenzione.
ReplyDeletePerò ho letto che sullo straccio di Vinci c'era antimonio e il munizionamento usato dal mdf non lo conteneva, quindi con quella straccio SV ha ripulito un'arma, ma che non è quella del mostro.
Inoltre dalle ultime indagini è emerso un DNA di soggetto ignoto dentro la tenda dei francesi, ma questo DNA non è compatibile con quello di SV.
Il profilo psicologico che tutti gli esperti danno sul mostro, cioè incapace di avere rapporti sessuali e rapporti affettivi con le donne, non combacia con SV sposato e con tre figli.
Non si ha notizia di un suo stretto legame con Vicchio, il mostro dimostra che da Signa preferisce fare molta strada per andare a colpire due volte nel raggio di pochi km, segno che Vicchio è una zona di comfort per lui.
Infine le zone frequentate da SV come voyeur e scambista non corrispondono alle zone del mostro, SV frequentava soprattutto le Cascine.
Segugio,
ReplyDeletepurtroppo la tua risposta contiene una serie di 'leggerezze' che squalificano il contenuto che vorrebbero comunicare, che necessiterebbe di maggior concreto substrato a supporto per essere valorizzato.
Evito quindi di abboccarci e mi limito a precisare alcuni punti in merito alla querelle antimonio.
I DATI:
a) Per nessuno dei delitti del Mdf serie 68/95 è mai stata fatta una perizia atta a determinare la presenza di residui di sparo, vista la lapalissiana evidenza che gli spari ci furono.
NON c'è quindi perizia che testimoni l'assenza di antimonio su corpi del reato nei casi dei delitti del mdF.
b) Nel corso del Processo Pacciani (sospettato MdF e quindi il detentore di quella arma e di quei colpi cal.22 Winchester), venne eseguita la Pelizza/Spampinato/Vassale, su alcuni indumenti sequestrati in casa dell'imputato, per la precisione: un pannolino da neonato e un baby-doll.
Compito di detta perizia era quello di verificare se: "quegli indumenti fossero stati utilizzati nella pulizia o conservazione di armi da fuoco e, nel caso affermativo, nell’accertamento di una eventuale compatibilità con residui di sparo, propellente o innesco, riconducibili a cartucce .22L.R. di produzione Winchester o a colpi a salve di marca Hilti".
Risultato:
"In sintesi, mentre la accertata presenza di antimonio e bario sui reperti 1 e 6 (C.R. 55104) e le impronte dell’arma rilevate sul reperto 11 indicano che i citati reperti hanno trovato impiego come stracci per pulire o avvolgervi armi adoperate al tiro, è impossibile dire se trattasi di armi capaci di impiegare cartucce, a salve o vere, comprese le cal.22L.R. Winch."
c) D'altro canto però, è noto che la letteratura tecnica specialistica d’Oltreoceano indica che le cartucce americane a percussione anulare di produzione Winchester sono prive di antimonio.
Quindi, in teoria, tutto chiaro e certo: letteratura d'oltreoceano = niente antimonio, presenza antimonio = niente mostro.
Ma...
d) Ma, ma chi può garantire :
- che per il mercato estero (rispetto a quello interno americano) la Winchester non usasse, almeno per qualche periodo di tempo, anche l'Antimonio? Non abbia rilasciato dei lotti di prova per determinati settori di mercato così preparati?
- in quali stabilimenti le singole parti di quei colpi vennero prodotte e dove assemblate assieme?
- che non avvenne una contaminazione limitata e casuale in fase di produzione di una parte (il fondello, magari) o in fase di assemblaggio (delle varie parti)?
e) è documentato che i periti esterni del collegio difensivo del Pacciani, all'epoca si rivolsero alla "BW Italia S.p.A.", di Anagni, che curava la commercializzazione delle cartucce Winchester in Italia, per avere delucidazioni in merito.
La laconica risposta che ottennero fu che loro, la BW Italia, erano impossibilitati al reperire simili informazioni e che i richiedenti avrebbero dovuto rivolgersi direttamente alla casa madre, la Olin-Winchester americana. Detto fatto ma... al momento, e siamo nel 2020 oggi, sono ancora in attesa di risposta.
RIASSUMENDO:
- in due casi su due, entrambi afferenti alla ristretta cerchia della zona di Firenze e dintorni, entrambi afferenti ad un medesimo caso giudiziario (mdf) in cui è reiteratamente utilizzata una unica e medesima arma da fuoco sempre caricata con proiettili cal.22 marca Winchester, due differenti perizie, svolte da differenti tecnici, entrambe su 'indumenti', hanno in entrambi i casi evidenziato la presenza di residui di sparo/pulizia di arma da fuoco, con presenza anche di antimonio.
- la letteratura perito-balistica, non nostrana ma americana, indica come i proiettili cl.22 Winchester siano privi di antimonio
- insufficienza di chiarimenti da parte della casa di produzione
CONCLUSIONI:
- nessuna certezza che i proiettili usati dal MdF fossero antomonio-free;
- errato indicare che lo fossero;
- sbagliato trarre categoriche conclusioni (includenti o escudenti) da dati incerti.
Hai ragione Hazet,
ReplyDeleteho tirato conclusioni affrettate, qui di sicuro non c'è niente, il prossimo post deve essere dedicato ai sardi in toscana, quindi penso ti interesserà, farò un quadro generale, il contesto di quegli anni.
io non sarei così pessimista. di dati oggettivi documentati e quindi sicuri ce ne sono e parecchi.
ReplyDeleteE a livello indiziario, esiste pure una (ed una sola) lineare catena indiziaria logica, costella di indizi, di cui alcuni particolarmente pesanti [come fabbricare e fornire alibi falsi], che non falla in movente/i e nemmeno in anamnesi patologica fin addirttura dell'infanzia.
Catena che addirittura contemplail concreto perchè dello stop delle azioni del mdf.
E soprattutto catena indiziaria, di indizi solo certamente, ma che dall'inizio alla fine non ha bisogno mai di dover postulare un elemento esterno per reggersi e saldamente in piedi sulle proprie gambe. Che non ha bisogno di affascinazioni sensazionalistiche nè di dover tirare le coperte sempre troppo corte ora di qua ora di là per coprire i buchi che le altre, tutte a turno, presentano.
Si dice che però non va bene, perchè... perchè come Sant Rotella fa notare: o si trovano "cose oggettive" o qualsiasi processo sarà per forza sempre e solo indiziario.
E lor signori giammai vorrebbero un mdf indaziario! LOL.
Il fatto poi magari sarebbe anche far notare che invece il processo indiziario è legittimo per legge ormai da anni, ma...
ma la vicenda MdF è ormai da tempo diventata un business [ed ultimamente con accelerazione massima di libri inutili o aggiornati ogni tre per due per venderne la copia un altra volta/conferenze farsa/fumetti/video/click e spam/crediti formativi addirittura!]
in un simile business, l'aura di mistero e complotto è il sale della vita. Ogni x tempo bisogna sognarsene un'altra per tenere attento il carrozzone. Oggi siamo al trip "vicchio e terrorismo", prima siam passati attraverso "i poteri forti", "il Forteto", "le sette", "le molteplici sostituzioni di cadaveri", e prima c'erano "i Fiocchi" di Zuntini [che in perizia invece sono Winchester] e la sostituzione depistaggio, i "cdm", "lo stupratore di figlie da additare al pubblico lubidrio"...insomma, tutto quanto fa spettacolo.
Quello che spettacolo non fa, nella purtroppo sua tragica e triste banalità, è che la pistola compare a Signa 1968 e compare in un delitto trasparentissimo e non maniacale [nel senso successivo delittuoso del termine]. Chiunque cerca ri-soluzioni altrove: perde tempo e crea fumo.
Chiunque cerca di leggere Signa e il suo prosegium basandosi sulle successive opere di sproloquio, continuerà sempre a brancolare nel dubbio e nella vaghezza del "tutto da mettere in discussione-nulla di certo-tutto inaffidable-cerchiamo una pista nuova [che i polli ci cascano]".
PS: scusa l'astionelle espressioni mie. non è rivolto a te personalmente ma al come buonissima parte di chi gravità nel mondo mostrologo [dai più forumisti ai più professionisti] tratta la vicenda che mi fa sempre venire l'acidità di stomaco
Hazet condivido il tuo sfogo,
ReplyDeleteio ricordo i tempi in cui Narducci era il top delle teorie, i tempi di De Gothia per intenderci, e chi osava avanzare dubbi era bannato da ogni discussione perchè accusato di negazionismo.
L'ipotesi SV spiegherebbe l'inizio cioè Signa, il perchè il mostro finisce nell'85, e molto altro di quello che succede, cioè le morti collaterali.
Ci sono notizie di SV a Vicchio? perchè si parlava di un guardone "sardo" nel delitto di Borgo San Lorenzo.
si parlava di un "guardone sardo" ... tutta aria fritta, buona per il livello del giornalismo italiano e del livello medio delle testimonianze di tutto il caso mdf [come per gli articoli di giornale che riportano l'avvistamento da parte di testimoni di un uomo armato di punteruolo... peccato che poi ci si accorga che alle vittime avevano sparato e non dato colpi di punteruolo e allora anche i testimoni, suggestionati dai precedenti articoli di giornale che leggono... vabbè. sappiamo].
ReplyDeleteQuello indicato come "guardone sardo", identificato in G.G., venne interrogato [il 18 settembre a Firenze] .
Si trattava del signor Guido Giovannini. Per nulla di nulla sardo, essendo originario di cosenza.
Casabianca e Bianco, i suoi avvocati, fanno ricorso al fermo e in breve tempo il G.G. viene riconosciuto estraneo ai fatti e scarcerato.
Le stesse parole della Marta [amica della VF] a proposito di un bruto che avrebbe seguito anche lei, sconfessano che il G.G. potesse eventualmente essere quel bruto: "Anche io in passato sono stata seguita da un bruto. Ma non era quello che poi hanno arrestato".
E avanti così anche per le testimonianze di "sensazioni di essere seguiti in macchina"... a Borgo? e che è new York + il traffico palermitano di Johnny Stecchino, che non ti accorgi se la "sera" un auto ti segue fuori dall'autoo scuola e lo devi solo provare come sensazione?!
Purtroppo, è che si presta più attenzione e credibilità agli articoli di giornali e a testimonianze più leggere di una piuma che al contenuto dei documenti ufficiali e dei dati accertati.
Sono d'accordo quando dici che Borgo e Vicchio non sono New York, e che pedinare un'auto in un borgo di poche caso equivale a farsi scoprire facilmente...
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