L'ultimo delitto del mostro di Firenze conferma quanto abbiamo detto nei post precedenti.
Così come a Vicchio, il mostro colpisce vicino a delitti precedenti, non si avventura più in nuove zone.
Questo è un atteggiamento prudente che si nota dal dopo Baccaiano. Il mostro vuole uccidere, ma è importante per lui non farsi catturare. Secondo alcuni è il motivo per cui si ferma.
La zona, come per la Boschetta, ha più vegetazione rispetto ai primi delitti.
Ciò fa pensare a una maggiore ricerca di zone riparate, altro segno di maggiore prudenza rispetto agli inizi.
Uno dei condannati per gli omicidi, Giancarlo Lotti, abitatava in località Ponte Rotto.
Aldilà delle opinioni sulla colpevolezza, va notato che è una zona "rossa" perchè situata all'interno del poligono dei delitti.
Tale zona presenta tutti gli elementi finora analizzati, cioè stradine buie, zone di caccia, pesca, corsi d'acqua, guardoni.
Come per gli altri delitti, alcune ville nella campagna fiorentina.
Questo dualismo contadini nei casolari di campagne, e ville di signori e professionisti altolocati, è stata la pista che hanno seguito le indagini per molti anni.
La piazzola del delitto si trova all'interno del poligono formato dai cinque delitti avvenuti a sud ovest di Firenze, in una zona che coincide con la Val di Pesa.
Come suggerito dall'FBI sono luoghi che il mostro conosce e frequenta abitualmente, per ragioni familiari, di lavoro, di hobby.
Abbiamo quindi una persona originaria del Mugello, molto probabilmente nella zona di Vicchio.
Questa zona, che ha avuto terremoti, è rimasta agricola ed economicamente più arretrata, nel dopoguerra ha avuto forti migrazioni.
La maggior parte delle quali verso Scandicci, che ha triplicato la popolazione negli anni 60.
Tra questi mugellani trapiantati a Scandicci e dintorni, c'era un soggetto con pensieri disturbati sulle coppiette, ma altamente lucido e organizzato. Con disturbi ossessivo compulsivi ripetitivi, paranoici e affettivi.
Il suo territorio è nel comune di Scandicci, specie sulle colline, dove la caccia, e il voyeurismo, erano all'epoca due degli hobby più diffusi.
La storica alluvione di Firenze nel 1966 distrugge gran parte dei registri, mentre molti oggetti sono portati via dalla piena dei fiumi. In questo contento il mostro di Firenze viene in possesso di una Beretta Calibro 22 da cui non si separerà mai, un'arma la cui detenzione gli dà tranquillità perchè non può essere più essere fatta risalire e collegare a lui.
Concludiamo mostrando con lapide, posta sul luogo del delitto dopo 35 anni da uno storico blogger del caso, con l'augurio e la speranza che un giorno venga fatta chiarezza definitiva su questa catena di duplici delitti .